Laire Alberobello

Azienda Agrituristica Laire

agLaire

‘Azienda Agrituristica “LAIRE” di Barnaba Francesco & Figli, nei primi anni del novecento, come ricordano gli anziani della frazione di Alberobello, Coreggia, era una “stazione di posta” per il ricovero dei viandanti e cavalli che si spostavano dal mare Ionio al mare Adriatico. La sua collocazione infatti agevolava i viandanti trovandosi a metà strada tra Taranto e Monopoli ovvero tra Taranto e Conversano.

Denominata fin dai primi del ’900 anche “A Torr ‘d Coppl ‘d Fuoch” (la torre del signore col berretto di fuoco), dal soprannome del proprietario di allora, ha cambiato più volte proprietari ed ha subito, nel tempo, varie modifiche nella struttura e nella destinazione dei locali.

La cosiddetta “torre” era costituita a piano terra dal ricovero dei cavalli (l’attuale sala da pranzo), dalla cucina con focolare, da tre stanze da letto e una cantina cui si accede dalla sala da pranzo, oltre al granaio e al fienile a piano primo (gli attuali due mini-appartamenti agrituristici).

Edificata con pietra del luogo sagomata da maestri della pietra detti “trullari”, gli stessi che edificavano i trulli (le tipiche costruzioni di Alberobello), contempla solai con volta a botte, volte a vela e a crociera. Le murature portanti di elevato spessore (anche 1,20m), sostengono le volte, costituendo la particolarità di questo complesso. Gli attraversamenti tra gli ambienti interni della struttura sono ricavati con archi; nello stesso modo sono ricavate le finestre che si affacciano all’esterno.
Le volte sono costituite da uno strato interno di pietre accuratamente tagliate ed incastrate ad arco detti “conci”, mentre all’esterno sono realizzati con pietre a lastre più sottili dette “chianche” (le stesse impiegate per le coperture dei trulli di Alberobello o le tipiche “cummerse” di Locorotondo.

Nel tempo l’uso della struttura a stazione di posta si modificò, per le mutate esigenze dettate dall’avvento della moderna agricoltura e dei nuovi mezzi di trasporto.
La stazione di posta diventa una piccola azienda agricola ai confini della frazione Coreggia, identificata ora come “Pietraficcata” per la massiccia presenza di pietre e roccia affiorante.
La lenta trasformazione del territorio negli anni che vanno dal 1920 a 1940, col passaggio dal terreno boschivo ad agricolo con allevamenti di vite ed olivo, faceva crescere l’azienda, con la sistemazione dei muretti a secco, delle scarpate e la bonifica dei terreni incolti.
Gli edifici vengono successivamente ampliati, in funzione sia della trasformazione dei prodotti all’interno dell’azienda stessa che dell’allevamento zootecnico, con la costruzione di nuove stalle, fienili ed attrezzature varie.

Ponte dell'acquedotto - Canale di Pilo

Ricordiamo che il paesaggio in cui l’azienda sorge è dominato dalla presenza di boschi di “fragno”, una varietà di quercia tipica della Puglia (quercus macedonica).
Tauro Modesto compra l’edificio dal proprietario “Coppl’ d’ Fuoch” che rivenderà nel 1932 ai coniugi Barnaba Giuseppe e Locorotondo Rosetta. L’azienda sarà denominata “A Massareje’ du M’rchen” (la masseria dell’americano), perché Barnaba Giuseppe nel 1930 era rientrato in Italia dopo aver trascorso un periodo di lavoro di 15 anni in America; vengono edificate le stalle, vengono bonificati i terreni, impiantato un vigneto ad alberello di varietà Primitivo, un mandorleto ed un uliveto.
La bonifica interessò tutte le superfici ad esclusione di un appezzamento boschivo, le pendenze furono colmate con costruzioni di muretti a secco (detti parieti) e terrazzamenti tutti in pietra, che ancora tutt’oggi sono efficienti e visitabili.
Un appezzamento, inoltre, adiacente la costruzione con presenza di roccia affiorante (denominato Pietraficcata) fu sfruttato per ricavare pezzi di pietra, (tutto scavato e lavorato con mezzi manuali) che sagomati ad arte furono utilizzati per edificare altre tre stanze a fianco del vecchio edificio, il campanile della chiesa di “San Vito Martire” ed un piccolo trulletto con una statua chiamata appunto “MADONNINA DEI CAMPI”, voluta dal quartiere per benedire i campi e il raccolto.

Gli attuali proprietari, i coniugi Barnaba Francesco e Neglia Natalizia, nipoti del precedente proprietario hanno denominato l’azienda “LAIRE”, derivandolo dal soprannome di Francesco, appunto “Cicc ‘d saup l’Aire” (Ciccio di sopra l’aia).
La zona inoltre sulle mappe catastali e riportata come “LAIRE” per la presenza di aie utilizzate per la lavorazione e trebbiature delle messi di grano, avena, orzo e legumi da parte degli abitanti della frazione Coreggia.
L’attività di agriturismo è l’ultima trasformazione fatta alla struttura ma bisogna riconoscere che essendo storicamente una stazione di sosta per i viandanti, ben si è adattata a questa nuova forma di ospitalità.
Inoltre il recupero e la ristrutturazione del vecchio fienile e granaio (non più utilizzabile per esigenze logistiche), ben si è adattato alle esigenze del turismo rurale, pur conservando le stesse caratteristiche e tipologie architettoniche della “Vecchia torre D’ Coppl d’ Fuoch”.